Giovedì 21 novembre 2019, alle ore 9:15, presso l’aula magna dell'IPIA "G. Plana" di Torino, l’associazione Solidale Odv AS.SO. ha organizzato un convegno dal titolo "Salvatore Morelli o l'emancipazione femminile in Italia". Hanno partecipato, con i loro interventi, Enrico Baccaglini dirigente scolastico, docenti e allievi dell’istituto Plana che, dopo un attento e approfondito studio del personaggio hanno esposto, al pubblico presente, la condizione femminile nell’Italia dell’800. La scrittrice Bruna Bertolo ha invece portato a conoscenza dei più il personaggio Salvatore Morelli, giurista, giornalista e scrittore, considerato un paladino dei diritti delle donne e della loro emancipazione, per le battaglie civili condotte all’interno e all’esterno del Parlamento.

Alle ore 11:00, presso la scuola primaria Riccardo Dal Piaz, c’è stata la presentazione di una targa a ricordo di Salvatore Morelli con la presenza di Enzo Lavolta vicepresidente del Consiglio Comunale, Alberto Pilloni consigliere circoscrizione 3,  Silvana Zocchi presidente AS.SO., Bruna Bertolo scrittrice, Damiano Saponaro in rappresentanza del comune di Carovigno, paese d ‘origine di Salvatore Morelli.
Tutta la cerimonia è stata coordinata da Claudia Manavella, dirigente Iniziative Istituzionali Comune di Torino.
Successivamente i presenti, accompagnati dal gonfalone della città si sono recati presso il giardino di via Lancia ang. via Boggiani, per lo scoprimento della targa.

 

Salvatore Morelli
(Carovigno, Bari, 1824 – Pozzuoli, Napoli, 1880)

Giurista, Salvatore Morelligiornalista e scrittore, è considerato un paladino dei diritti delle donne e della loro emancipazione, per le battaglie civili condotte all’interno del Parlamento e fuori.
Di provata fede liberale, in gioventù trascorre anni nelle carceri borboniche per aver preso parte ad episodi di insurrezione nei confronti del re Ferdinando II. Nel periodo del confino si affilia alla “Giovine Italia” contribuendo a diffonderne le idee e entra in corrispondenza con Settembrini e altri patrioti. Nell’anno dell’Unita d’Italia, 1861, pubblica l’opera anticipatrice dell’emancipazione femminile: La donna e la scienza. O la soluzione del problema sociale, considerato il primo libro sistematico sui diritti delle donne. Come consigliere al Comune di Napoli, dal 1863 al 1867, propone di stanziare metà del bilancio a favore di un’istruzione moderna, gratuita e obbligatoria per combattere l’ignoranza diffusa, da lui considerata la causa primaria dei peggiori mali della società, e di riconoscere alle donne un ruolo cruciale anche sotto l’aspetto pedagogico.
Dal 1867 al 1880, da Deputato difensore della laicità dello Stato, repubblicano e libertario, forte della sua formazione giuridica, si impegna a fondo in Parlamento per trasformare in leggi nazionali le migliori esperienze europee in materia di giurisprudenza familiare tra cui: l’uguaglianza di diritti tra uomo e donna, il doppio cognome per i figli e la possibilità del divorzio. Nel 1877, seppure isolato e incompreso in un’Assemblea parlamentare bellicista e tutta al maschile, viene approvata la Legge Morelli, la prima relativa alla capacità giuridica delle donne, che le ammetterà ad essere testimoni degli atti del Codice Civile come i testamenti, un significativo progresso per i suoi risvolti simbolici e pratici. Ottiene l’apprezzamento e la stima di grandi personaggi del suo tempo come gli amici Victor Hugo, John Stuart Mill e Jules Simon. Alla sua morte, avvenuta a Pozzuoli, in grave stato di indigenza, nel 1880, verrà ricordato dai movimenti emancipazionisti statunitensi come il più grande difensore dei diritti delle donne nel mondo contemporaneo.