Al Salone del Libro di Torino il 12 maggio 2019 è stato presentato da CESVOL Umbria e Vol.To il libro "Storytelling di volontariato" al cui interno, con il titolo "360° di diritti umani", Silvana Zocchi e Silvana Ferratello hanno raccontato la storia dell’associazione AS.SO.

360° DI DIRITTI UMANI

"Chi nel cammino della vita ha acceso anche soltanto una fiaccola nell'ora buia di qualcuno non è vissuto invano" - Madre Teresa di Calcutta

 

Parole molto importanti e molto impegnative. Quando, nel 2009, ci incontriamo, noi, “le due Silvane” al secolo Silvana Z. e Silvana F. non pensavamo che sarebbero state il fil rouge delle nostre attività.
Questo è un racconto tutto al femminile: Silvana Z. Silvana F. e l’Associazione AS.SO.
Io, Silvana Z. ho trascorso gran parte della mia vita a essere “figlia di”, “moglie di”, “madre di”, tutti ruoli portati avanti con grande dedizione.
Per un insieme di coincidenze, forse fortuite, ho deciso di essere “IO” e di dedicarmi a quanto, nella vita precedente non mi era stato possibile: gli altri.
Ci sono persone che capitano nella tua vita un po’ per caso...
Io, Silvana F. mi licenzio nel 2000, volevo finalmente stare vicina a mia figlia oramai universitaria, ma un anno dopo si laurea e se ne va a Londra. Cosa fare? Questa vita troppo vuota comincia ad andarmi stretta, decido di far parte della Consulta Femminile Comunale e mi dedico ad alcuni progetti che riguardano, da vicino, il mondo del sociale e dei diritti delle donne. Nuovamente il caso.... al Salone del Libro mi fermo in uno stand dove la scrittrice Emilia Sarogni parla di un suo libro “L’Italia e la Donna. La vita di Salvatore Morelli”. Tra il pubblico è presente anche Silvana Z. con la quale nasce subito un’ amicizia in grado di costituire una rete di relazioni forti e capaci di essere da sostegno a molte persone. Impariamo così che la condivisione e la solidarietà sono fondamentali, mettendo da parte la competizione e la voglia di prevaricare sull’altra. Quindi, pur arrivando da esperienze di vita precedente molto diverse convergiamo su un comune obiettivo: quello di sensibilizzare la società tutta sulle problematiche inerenti la violenza sulle donne e sui minori, le persone in difficoltà, in fuga dai paesi in guerra, i sopravvissuti ai genocidi. Temi molto più grandi di noi che non avremmo potuto affrontare solo con i nostri mezzi, ma attraverso un volontariato culturale, cioè fare conoscere con incontri, convegni, tavole rotonde, la realtà che ci circonda ogni giorno, sempre più difficile da gestire e sostenere. Nasce così nel 2009 l’Associazione Solidale AS.SO., associazione di volontariato apartitica, aconfessionale, a struttura democratica e senza scopo di lucro.
Dopo questo incontro, appassionante e stimolante, con Silvana Z. cominciamo ad interessarci ai problemi legati alla parità e ai diritti delle donne, primo, in ordine di tempo, delle grandi tematiche da noi affrontate.

Inizia così una profonda amicizia con Emilia Sarogni che tanto ha influenzato le nostre scelte successive: scrittrice, saggista, conferenziera e consigliera parlamentare, è una studiosa del tema dell’emancipazione femminile, nonché europeista di grande sensibilità e competenza, ambasciatrice di portata internazionale di altissimo livello della cultura italiana. Purtroppo, come spesso accade, risulta essere meno conosciuta in patria di quanto non lo sia all’estero. Si dedica anima e corpo a quella che ritiene la sua creatura: Salvatore Morelli. Ricerca nelle biblioteche, negli archivi di tutto il mondo i suoi primi scritti, le prime interpretazioni delle sue teorie femministe ed inizia a diffonderli attraverso i suoi libri sull’emancipazione femminile. La prima tavola rotonda, inizio di una lunga serie, organizzata con la scrittrice Emilia Sarogni, la  realizziamo nel maggio del 2009, dedicandola alla presentazione del suo libro su Salvatore Morelli (1824-1880). Scrittore, deputato del Regno d’Italia, è il primo a chiedere la parità dei diritti per le donne, nel 1861 pubblica l’opera anticipatrice dell’emancipazione femminile “La donna e la scienza o la soluzione del problema sociale”, presenta il progetto di un nuovo Diritto di Famiglia, che è anticipatore della riforma del 1975. Propone un’istruzione moderna, gratuita e obbligatoria per tutti, protegge i deboli e difende la laicità dello Stato. Riconosce alla famiglia un ruolo fondamentale, poiché in essa si fondano i principi culturali e morali che consentono il vivere civile.

Perchè occuparci del Genocidio del Popolo Armeno? Facciamo una piccola digressione nel privato: nel 2008 io, Silvana Z., apprendo da mio figlio che sposerà una ragazza di origine armena. Panico, dov’è l’Armenia? Per documentarmi comincio a leggere, studiare, ad interessarmi della storia e delle vicende di questo popolo, ne resto subito coinvolta e di questa scoperta ne faccio partecipe anche l’altra Silvana che mi segue con entusiasmo.
Da subito siamo consapevoli che pochissime persone hanno conoscenza dell’Armenia, del genocidio e della cultura di questo popolo.
Occuparci del genocidio del popolo armeno, ad un secolo dalla tragedia immane che si è perpetrata ai confini della nostra realtà europea, è stata una necessità per documentare e fare memoria. Un modo di allargare la ricerca e soprattutto sensibilizzare l’opinione pubblica sull’argomento ancora poco conosciuto e studiato.
Ci siamo rese conto che il Comune di Torino, a differenza di altre città italiane, non aveva ancora riconosciuto il genocidio armeno.
Nei nostri numerosi incontri, ne parliamo con il Consigliere Silvio Magliano che, entusiasta, si rende disponibile a farsi portavoce in Comune della richiesta di riconoscimento. E’ così che il 6 febbraio del 2012 viene approvato dal Consiglio Comunale di Torino l’ordine del giorno che riconosce il genocidio del popolo armeno.
Decidiamo così di proseguire, approfondendo ulteriormente le nostre conoscenze su tradizioni, cultura, musica.
Organizziamo una serata per informare e sensibilizzare la cittadinanza su quanto accaduto in Armenia tra la primavera del 1915 e l’autunno del 1916, quando proprio alle donne, uniche sopravvissute, è stato affidato il gravoso compito di preservare la memoria del popolo armeno. Sono state loro, durante la diaspora, a farsi carico di garantire che tradizioni, cultura, musiche e canzoni non venissero dimenticate, riproposte al pubblico nel concerto, da noi organizzato, di musiche armene, accompagnate dalla violinista Irina Shamajian e dalla pianista Marina Shamajian, entrambe di origine armena.
In questa occasione conosciamo Donatella Taverna, che ci racconta aneddoti interessanti tra i quali la storia di Nishan der Stepanian, intraprendente armeno che nel 1913 apre un laboratorio specializzato in fermenti lattici, all’epoca “ quella diavoleria armena”, divenuto in seguito lo yogurt Der Stepanian, prodotto nello stabilimento di via Nicomede Bianchi e rivenduto in tutte le latterie di Torino.
Un grande impegno è dedicato, negli anni successivi, alla preparazione dell’evento: ARMENIA OGGI, TRA PASSATO E FUTURO. Legato al centenario del genocidio degli armeni,  si svolge nel 2015, con una serie di eventi e manifestazioni, tra cui la mostra fotografica GLI ARMENI E L’ARMENIA, realizzata grazie alla collaborazione con Garen Kokciyan, presidente dell’Unione Armeni d’Italia, che mette a disposizione una serie di fotografie dell’Armenia di oggi, da lui realizzate.
Con la comunità armena di Milano collaboriamo per la realizzazione della mostra fotografica “ARMIN T. WEGNER E GLI ARMENI IN ANATOLIA, 1915. - Immagini e testimonianze.
Con l’organizzazione di queste mostre fotografiche inizia una serie di eventi di carattere storico, culturale e sociale finalizzati alla conoscenza dell’immensa tragedia armena, ancora ignorata da gran parte del mondo e dell’attuale realtà culturale di quel popolo, anch’essa poco conosciuta ai più, ma meritevole di una più ampia attenzione ed interesse.
Testimonianze di un genocidio dimenticato, dove la disperazione del testimone sembra aggiungersi alla disperazione delle vittime, restituendoci immagini cariche di sofferenza e dignità. Armin T. Wegner, dando voce ai deportati Armeni nel deserto di Der es Zor, è diventato la voce di tutti i deportati della terra.
Altra conoscenza interessante è quella di Maurizio Redegoso Kharitian, violista di origine armena che ci introduce nel magico mondo della musica del suo popolo, suoni incontaminati, melodie che raccontano l’incontro tra Occidente e Oriente. Una tradizione millenaria che rivive nel concerto dedicato alla musica armena, organizzato presso il Conservatorio Giuseppe Verdi di Torino dal quartetto d’archi Nor Arax, che ha eseguito brani scelti di autori armeni, grande omaggio alla tradizione e al folklore armeno.

Una delle voci più importanti ed interessanti dell’Armenia è la scrittrice Antonia Arslan. Con lei abbiamo instaurato un rapporto di amicizia e di stima reciproca che ci porta ad organizzare, con la sua presenza, la presentazione di alcuni libri tra i quali “Il libro di Mush” storia di questo antichissimo libro recuperato da cinque fuggiaschi che, nel giugno del 1915, si allontanano dalle rovine del loro paese distrutto dai turchi, per portarlo in salvo ad ogni costo e la “Masseria delle Allodole”, storia di una famiglia armena all’epoca del genocidio.

Altro tema per noi rilevante è quello della violenza sulla donna affrontato nel novembre del 2009 in occasione del G8 di Roma. E’ stato un momento importante per ribadire che il femminicidio è un problema del quale tutti devono farsi carico, uomini e donne.

In seguito, promuoviamo incontri per sensibilizzare la società nei confronti delle donne, vittime di violenze, maltrattamenti, emarginazioni e dei minori, spesso coinvolti e oggetto di soprusi in ambito familiare. Col convegno “le vittime dimenticate”, parliamo del futuro incerto di questo esercito senza diritti, di minori ai quali è necessario offrire una vita migliore, per evitare che da adulti diventino a loro volta maltrattanti.

Con l’ultima tavola rotonda del novembre 2017 dal titolo “La violenza sulle donne. Aspetti economici e sociali,” proponiamo una chiave di lettura, che permetta di comprendere meglio le conseguenze della violenza e della discriminazione di genere sulla vita di chi la subisce e della società nel suo complesso.

In questo percorso di approfondimento e di conoscenza del fenomeno della violenza siamo supportate e aiutate dalla competenza ed umanità di Paola Fuggetta Commissario della Polizia di Stato in servizio presso la Questura di Torino sezione anticrimine, esperta di tematiche su minori, violenze domestiche e stalking. Negli ultimi quindici anni ha partecipato in prima persona a incontri nelle scuole di ogni ordine e grado, grazie alle sua esperienza e disponibilità umana.

Nel tempo i nostri interessi non si sono affievoliti anzi, diventano sempre più pressanti e incalzanti in considerazione dell’attuale situazione sociale.

 

                                                                                                                                                             Silvana Zocchi - Silvana Ferratello